Satelliti
Matura
l’onda della struggente attesa
sulle note di una canzone,
come bimbi saltellanti nel gioco della campana
echeggia il picchiettare dei tasti di una vecchia macchina da scrivere.
Morbide labbra piene accompagnano un sorriso bianco
di memorie avvolte nella spirale dell’infinito.
Gli occhi imprigionati nel vetro proiettano immagini di fantasmi
impressi nella pellicola del FU.
E’ nato prima l’uovo o quelle grandi ali?
Furono inizialmente i ricordi oppure la trama della più dolce malinconia?
E nei passi che si allontanano E’ SOLO MUSICA…
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Combatto tutti i giorni perchè questa visione limpida rimanga nelle mie corde, come se lo sguardo fosse sempre quello di un bambino, come un suono puro.