Ulula il cane nel giardino nascosto sul retro.
Palpitano le particelle al suono di gola,
riverberano nell’aria.
Straziante il richiamo, atavico il messaggio,
espressione di solitudine nelle note basse.
Fratello, dove sei?

A quel segnale
il mio cane dormiente
addomesticato dal calore della cuccia ai piedi del letto
istintivamente risponde
con un vibrare profondo.

Mi sveglio d’improvviso
a quei suoni animali,
cristallini nel messaggio più di mille parole.
Mille anni sono passati e anche più
ma non s’è mai perso il carattere.

Dentro gli occhi ancora chiusi
scopro il riflesso
di foreste e montagne innevate,
di branchi massicci,
giochi di zanne affilate e cuccioli.

Fratello dove sei?
risuona nello spazio
alla fine della notte.

E lungo la schiena mi percorre un brivido
Di istinto e magia.

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