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E così sono partita verso il mio Sogno,

per la meta sviscerata in vent’anni ma mai toccata con mano.

E quando ho raggiunto quella terra d’Oriente

ci ho sguazzato dentro, una carpa nello stagno del palazzo,

ne ho assorbito l’essenza come un’alga di mare.

E poi sono tornata,

perchè i sogni non sono la realtà

ma piccoli attimi di infinito,

come un arcobaleno completo dopo la pioggia

o il ballo delle foglie d’autunno abbracciate dal vento dispettoso.

Sono partita e sono ritornata…

Mi chiedono come è andato il viaggio

aspettandosi fuochi d’artificio,

e io creo artifici perchè in realtà fatico nella risposta,

non perchè non sia stato bello,

certo che lo è stato,

ma perché il ritrovarsi lì è stato talmente naturale

che ora che sono di nuovo dall’altra parte del Mondo,

e la mia notte è il suo mattino,

provo una nostalgia profonda,

un buco nero nelle anse in ombra dentro il cuore,

una SUPERNOVA.

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